COLORI ANALOGHI E RAVIOLI GIAPPONESI
Ho sempre preferito le accoppiate di colori complementari, capaci di creare contrasti e interesse nell’occhio di chi osserva. Credo che continueranno per molto tempo ad essere i miei favoriti, proprio per la loro capacità di farsi notare e di regalare movimento alla composizione, valorizzandone la struttura.
Come sempre però, per divertirmi o semplicemente per provare ad uscire dalla zona di comfort, ho deciso di dare un’occasione ai colori analoghi. E dovendo provare ad entrare in questo mondo decisamente più elegante e delicato, quale soggetto migliore se non i ravioli giapponesi?!
Nella food photography, si parte spesso dal soggetto da fotografare per poi creare un immaginario come abbiamo raccontato anche in questo articolo dedicato allo storytelling. Nel caso dei gyoza, chiudendo gli occhi mi sono immaginata in una parte del mondo in cui l’armonia è alla base di ogni cosa. Partendo da questa idea, i colori analoghi sono risultati essere una scelta perfetta, proprio per la loro delicatezza.
COSA SONO I COLORI ANALOGHI
Una piccola nota: i colori analoghi sono quelli che si trovano uno accanto all’altro sulla ruota dei colori e che hanno un colore in comune. Come ad esempio il giallo e l’arancione. I colori adiacenti sulla ruota sono molto simili e tendono a fondersi perfettamente insieme creando un senso di armonia generale. Quest’ultima è data anche dal fatto che riflettono onde luminose simili.
Per sceglierli, quello che puoi fare è osservare la ruota dei colori e andare a cercare solo i tre colori adiacenti a quello principale.
COME LI HO USATI IN QUESTE FOTOGRAFIE
Nelle fotografie di questo articolo, ho deciso di accostare al giallo/beige del ravioli un beige, un colore dorato che richiamasse i semi di sesamo e delle diverse sfumature di marrone chiaro. Per evitare di ottenere un’immagine troppo piatta, ho poi inserito il piatto bianco e utilizzato il flash per creare delle ombre abbastanza scure.
In questo modo l’armonia viene esaltata da contrasti di luci ed ombre, senza andare ad intaccare il senso generale di delicatezza.
A darmi una mano, le forme morbide e circolari dei props. Ho scelto infatti un piatto e un vassoio rotondi, accompagnati da ciotole dalle linee morbide e un fondo con una texture abbastanza liscia.
L’oro è servito a dare un tono elegante a tutta l’immagine, spostandola su un piano più alto nell’immaginario comune.
UNA FRASE CHE LA DICE LUNGA
“I colori non significano niente ma funzionano perché occupano uno spazio nell’immaginario delle persone” Falcinelli
Anche quando parliamo di colori, stiamo parlando di immaginario, di esperienze e vissuti che cambiano. Sicuramente ci sono cose che percepiamo allo stesso modo ma è importante ricordare in quale contesto andrai ad inserire le fotografie, quali sono le sensazioni che vuoi scatenare e soprattutto in quali persone. Questo per non rischiare di trasmettere messaggi sbagliati o incomprensibili.
Per farlo è utile ripassare la simbologia dei colori e delle forme, la storia del colore e il modo in cui si è evoluto nel tempo. Se non lo hai già letto, ti consiglio “Cromorama” di Falcinelli.
MA ADESSO LA RICETTA
Tutto questo racconto sui colori e su come i gyoza siano parte di un racconto visivo, forse ti avrà fatto venire fame 😉
E allora ti lascio alla ricetta dei gyoza a forma di fiore, con una mia libera interpretazione.
La ricetta dell’involucro è quella di Chiara e non tradisce mai!